La Fondazione Isola d’Elba risponde in merito al problema ungulati

Portoferraio, 29 marzo 2023. Leggiamo, e ci stupiamo per i toni, la risposta del Comitato per l’Eradicazione al nostro comunicato stampa dei giorni scorsi sul problema ungulati. La Commissione Ambiente della Fondazione già in passato ha incontrato il Comitato: le posizioni sono diverse ma il confronto è stato civile e rispettoso e vorremmo mantenerlo tale.

Siamo d’accordo con il Presidente del PNAT Sammuri che, nella riunione con i cittadini a Marciana, ha sottolineato i costi e le difficoltà di una eradicazione ed apprezziamo la volontà del PNAT di commissionare uno studio che affronti le possibili soluzioni al problema. Riteniamo però che il tentativo di eradicazione, anche si esistessero le ingenti risorse necessarie, potrebbe non portare ai risultati auspicabili.

La Fondazione, ente no profit riconosciuto dalla Regione, opera nel più assoluto rispetto del quadro normativo, perseguendo obiettivi di crescita e sviluppo sostenibile della nostra comunità da un punto di vista culturale, sociale, ambientale ed economico. Fra questi la salvaguardia della nostra identità che fonda sulle tradizioni agricole i propri valori materiali e immateriali.

Tutelare i cittadini e gli imprenditori, oltre che l’ambiente, dai danni provocati dagli ungulati è una richiesta legittima della comunità elbana, a partire dalle Associazioni, e un dovere da parte delle Istituzioni, nel pieno rispetto dei ruoli di ciascuno. Per questo è fondamentale un dialogo costruttivo fra tutti gli attori del territorio per trovare soluzioni condivise. La Fondazione Isola d’Elba ha anche lo scopo di facilitare e stimolare la discussione pubblica su questi temi.

Questo è stato l’obiettivo del nostro precedente comunicato, che ribadiamo: preservare il nostro habitat naturale, trovando soluzioni efficaci nel momento in cui si riscontrano emergenze. La Commissione Ambiente della Fondazione ha solo espresso civilmente la propria opinione nel merito della questione ungulati ritenendo che l’eradicazione, anche quando è praticabile, potrebbe non essere la soluzione giusta.

Rispettiamo il ruolo del Parco, quello delle Istituzioni e dei Comuni elbani che ci troveranno al loro fianco, in un dialogo civile ed aperto, anche nell’esprimere posizioni diverse e nel suggerire soluzioni dettate dall’esperienza e dalla conoscenza del territorio. La Commissione Ambiente della Fondazione intende dare il proprio supporto di idee e di esperienze per costruire insieme un progetto di futuro per la nostra Isola.

Ungulati: soluzioni rapide , economiche ed efficaci

Portoferraio, 25 marzo 2023.Il mese scorso, presso il Comune di Marciana, si è tenuto un incontro fra il PNAT e la cittadinanza sul tema degli ungolati. Il Presidente Sammuri ha risposto ai cittadini, preoccupati per i danni provocati all’ambiente e alle coltivazioni e per la sicurezza stradale, sostenendo che il problema non è solo elbano ma nazionale.

Il PNAT ha proposto uno studio per trovare soluzioni al problema, si prevede della durata di 8 mesi, prima di avviare l’ eradicazione. Soluzione che la Commissione Ambiente della Fondazione Isola d’Elba ritiene inutilmente costosa e inefficace.

In tutta Italia il problema è lo stesso: siamo passati da una caccia indiscriminata che ha quasi portato all’ estinzione degli ungulati, alla creazione di numerose aree protette che, in pochi decenni hanno portato ad una riproduzione incontrollata di cinghiali , caprioli , cervi , daini , mufloni, che ha ingigantito il problema.

Sull’Isola, i nostri nonni con una caccia indiscriminata sono arrivati a estinguere i cinghiali, che da sempre popolavano i boschi elbani. Oggi accade il contrario. Prima dell’istituzione del Parco si era trovato un buon equilibrio, le aree protette erano limitate alle parti più alte delle nostre montagne e l’attività venatoria teneva stabile il numero dei capi. Oggi invece la stragrande maggioranza del territorio rientra in area Parco e il numero degli ungulati è esploso. In continente il lupo, predatore naturale degli ungulati, è stato cacciato in passato sin quasi all’ estinzione. Oggi, essendo specie protetta, sta riproducendosi rapidamente diventando un problema molto più grave degli stessi ungulati. In futuro camminare nei boschi con bambini o cani da compagnia sarà pericoloso.

All’Elba dobbiamo trovare soluzioni diverse. Gli elbani ricordano le polemiche per l’ istituzione del Parco, il cui simbolo erano i mufloni, e la campagna contro i cacciatori, che se sparavano di pochi metri dentro l’area parco a un cinghiale erano considerati i nemici della biodiversità. Oggi è il PNAT che intende eradicarli, come è stato fatto con ricci, lepri, fagiani e pernici nell’Arcipelago, ritenute geneticamente impure.

Augurandoci che dagli errori del passato si possa imparare, suggeriamo alcune soluzioni.

  1. Attività venatoria aperta agli ungulati per 6 mesi all’anno, da ottobre a marzo, anche in area Parco, in tutte le zone basse vicine ad insediamenti o coltivi. Nella parti alte (stessi confini prima dell’istituzione del Parco) divieto di caccia e creazione di alcuni recinti aperti lasciando cibo a disposizione.
  2. Nei mesi di silenzio venatorio nelle zone di caccia, rendere disponibili permessi contingentati per selecontrollori e consegnare gabbie di cattura ai proprietari dei terreni con possibilità di rivendere sul mercato alimentare.
  3. Anche nelle zone protette il Parco potrà attivare sistemi di prelievo gestito per il mercato alimentare locale, con un ritorno economico. Basterà chiudere i recinti nei momenti opportuni per prelevare i capi in eccesso senza sparare.

Siamo certi che nel giro di pochi mesi il problema ungulati tornerà sotto controllo, ci sarà una crescita del turismo venatorio in inverno, del mercato gastronomico e anche del turismo ambientale, che sarà felice di poter incontrare e fotografare mufloni e cinghiali liberi sulle nostre montagne. Gli animali sono molto intelligenti e, persone competenti, con pochi colpi di fucile e un po’ di cibo, potranno raggrupparli dove si desidera.

Offriamo completa collaborazione per trovare soluzioni condivise, ricordando che i nostri progenitori erano cacciatori, ma anche che la Natura ci ha affidato la gestione del territorio e dell’ambiente nel quale viviamo. Dobbiamo farlo con amore e rispetto per ottenere un equilibrio duraturo.

Incontro pubblico "Emergenza Ungulati"

Il 20 febbraio si è tenuto un incontro sul problema degli ungulati al'Isola d'Elba, organizzato dal Comitato Comitato “Emergenza Nord-Ovest”.

L’evento ha visto la partecipazione di numerosi esponenti delle Amministrazioni coinvolte nella risoluzione della questione relativa all’abnorme presenza di ungulati nell’area Nord-Ovest del Comune di Marciana, sia dentro che fuori dal Parco Nazionale e moltissimi cittadini.

Fondazione Isola d’Elba

Sopra e sotto il mare - Sentiero del Romitorio

Portoferraio, 3 novembre 2022.

Dopo la pausa estiva riprendono le attività e i filmati “Sopra e sotto il mare” della Commissione Ambiente della Fondazione Isola d’ Elba onlus.

Andiamo dunque a visitare una delle zone più caratteristiche delle nostre montagne, con un forte valore storico e culturale oltre che naturalistico. Oltre a Carlo Gasparri ci accompagna il Tenente Colonnello Stefano Cipriani Comandante dei Carabinieri Forestali dell’ Arcipelago.

Lo ringraziamo per la sua competente analisi e per la passione con cui si dedica alla valorizzazione dell’ ambiente.

Di Carlo Gasparri

Fondazione Isola d’Elba

Una lente sul mare - Golfo di Campo nell'Elba

Riprendiamo i filmati sul monitoraggio della fascia costiera sommersa dell’Isola d’Elba ripartendo dalla baia Marina di Campo, allegandone il relativo link per visionarlo.

Le immagini parlano da sole. E’ una gioia del cuore immergersi e verificare nel tempo un ottimo equilibrio di tutte le forme di vita marina , dalla fauna alla flora acquatica.

Marina di Campo nonostante il forte impatto turistico e l’impressionante numero di barche che ancorano in rada da decenni ha mantenuto, come gran parte dell’isola, un’integrità di eccellente livello.

Il punto di forza è proprio l’immensa prateria di posidonia, autentico polmone inesauribile ed in piena salute, che non ha risentito minimamente della convivenza con la bella Caulerpa Taxifolia , erroneamente definita assassina.

Godiamoci dunque la purezza e la qualità del nostro mare continuando a monitorare e preservare tutte le nostre coste.

Ricordiamo ai lettori che ogni segnalazione su anomalie dell’ambiente elbano subacqueo o terrestre possono sempre essere segnalate alla Fondazione Isola d’Elba onlus al mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. che le inoltrerà immediatamente alla Commissione Ambiente.

Commissione Ambiente e Natura

Fondazione Isola d’Elba

Cinghiali: serve una soluzione rapida ed efficace

Portoferraio, 4 giugno 2021

Sul metodo più idoneo per risolvere il problema degli ungulati il Consiglio della Fondazione non si è ancora espresso e neppure il Parco ed i Comuni. Ma oggi la priorità è proteggere il territorio da un’invasione dannosa e incontrollata. Il filmato il cui link è indicato al termine vuole essere un contributo audio-visivo verso la soluzione migliore.

La parola ERADICAZIONE a noi non piace, non richiama valori di tutela ambientale e molto spesso non rappresenta la soluzione dei problemi. Temiamo che per quanto riguarda i danni fatti dagli ungulati all’Elba, l’eradicazione sarebbe un fallimento: tempi lunghi e costi altissimi, senza raggiungere il risultato. I cinghiali all’Elba ci sono da sempre, li abbiamo già eradicati una volta poco più di cento anni fa, ma la situazione era ben diversa.

In Europa come in Toscana esiste una sola razza di cinghiale SUS SCROFA, non esistono cinghiali ungheresi o maremmani (vedi www.mammiferi.org)

In Italia con l’arrivo delle armi da fuoco ed una pressione venatoria molto forte i cinghiali erano quasi scomparsi, resistendo in poche zone circoscritte. In seguito all’abbandono delle zone rurali, l’aumento delle zone protette e anche per varie immissioni da zone a maggiore densità, il cinghiale si è reimpossessato del suo areale originario.

All’ Elba la densità è diventata insostenibile, in quanto sino ad oggi non sono state attuate politiche di gestione efficaci, anzi sino a poco tempo fa chi prendeva un cinghiale nel Parco veniva pesantemente sanzionato nel nome della biodiversità.

La priorità oggi sta giustamente cambiando, c’è un ritorno alla valorizzazione dei territori a vocazione agricola ed abbiamo il dovere urgente di difendere queste attività. Questo si può fare in modo semplice e rapidissimo, senza alcun mega progetto di eradicazione. I cinghiali sono molto intelligenti, tendono ad avvicinarsi spontaneamente all’ uomo e si fanno anche facilmente allevare, ma se minacciati stanno alla larga.

La Regione Toscana sta finalmente prendendo iniziative straordinarie per il contenimento del Cinghiale ma all’ Elba la situazione è degenerata a tal punto che serve un’azione ancora più incisiva.

Servono abbondanti gabbie gratuite da dare, insieme alla possibilità di abbattere gli ungulati nei propri terreni rimanendo proprietari dei capi abbattuti. Inoltre sarebbe anche auspicabile poterli rivendere in appositi canali commerciali da attivare sull’ Elba. In questo modo il risultato si ottiene in pochi mesi, ma non si conta tanto in animali morti quanto in animali scomparsi. Il cinghiale infatti è estremamente intelligente e se capisce che in una certa zona viene predato in modo costante se ne allontana subito. In pratica si realizzerebbe nuovamente quanto accadeva tanti anni fa quando i cinghiali si erano autorelegati in luoghi lontani dall’ uomo e dai coltivi. Il cinghiale non ha paura della gabbia come il pesce non ha paura della nassa, ma se in un certo territorio sa che l’uomo lo caccia con il fucile è certo che ne rimarrà lontano. Se poi la caccia venisse autorizzata costantemente in alcune zone del Parco ecco che il problema sarebbe definitivamente risolto.

L’indice di riproduzione degli ungulati infatti è legato all’ ampiezza e ricchezza di cibo della zona in cui abita.

Di recente la Commissione Ambiente della Fondazione ha avuto un incontro costruttivo con gli esponenti di Elba Consapevole, favorevoli all’eradicazione. Esistono punti di vista diversi ma siamo tutti d’accordo su una cosa: il problema esiste e va risolto. La priorità è difendere le attività umane ed in particolare il virtuoso ritorno all’ agricoltura. Noi riteniamo che Natura e Uomo possano tranquillamente convivere in armonia ma serve una gestione costante del territorio da pianificare e condividere.

Commissione Ambiente - Fondazione Isola d’Elba Onlus

Una lente sul mare - Speciale scoglio con le reti

Portoferraio, 11 maggio 2021. Questo nuovo filmato subacqueo della Fondazione evidenzia un grave problema legato all’interazione della pesca professionale con l’ecosistema marino.

Negli ultimi anni le Associazioni della pesca, anche grazie ad un fisiologico cambio generazionale degli operatori, sono riuscite a imprimere un cambio di rotta virtuoso alla coscienza ambientale della categoria. In particolare in Toscana sono in atto progetti di raccolta di reti e attrezzi persi in mare.

Porti come Viareggio, Livorno e Castiglione della Pescaia sono in prima linea anche sul fronte dello smaltimento a terra delle reti dismesse. L’importante progetto transfrontaliero P.Ris.Ma Med , che coinvolge Toscana, Liguria , Corsica e Sardegna , si occupa direttamente del problema.

Fino ad oggi però all’ Elba non si è ancora iniziata una pulizia sistematica dei fondali, danneggiati da decenni di incuria.

Nell’ ultimo periodo è iniziato proficuo confronto tra la Fondazione Elba e Agri Pesca Confcooperative per impostare un progetto di collaborazione non solo per la pulizia dei fondali e della costa, ma anche per la promozione e valorizzazione di tecniche di pesca più selettive e sostenibili.

I pescatori se giustamente coinvolti possono diventare protagonisti attivi per la difesa del mare e per la conservazione di un nobile ed antico mestiere.

Le immagini che vedrete documentano la ricchezza del nostro mare in contrasto con la drammatica realtà delle reti che soffocano i nostri fondali. Dopo questo filmato siamo certi che sarà chiara a tutti la necessità di affrontare e risolvere questo problema per sempre.

Buona visione.

Di Carlo Gasparri

Fondazione Isola d’Elba

AMP? Il progetto della Fondazione Isola d’Elba

Portoferraio, 10 gennaio 2021

Per la protezione del mare si è riaperta nei giorni di ferragosto , con la visita del Ministro dell’Ambiente al Parco dell’Arcipelago Toscano, una diatriba sulla problematica della gestione e istituzione dell’area marina protetta. Di contro gli elbani pensavano che il Ministro fosse venuto all’Elba per risolvere l’annoso problema delle quattordici condotte fognarie, del dissalatore, del fosso della Madonnina e delle zone umide, solo per parlare di ambienti acquatici. Ma su questi aspetti pratici nessuna novità.

Molti sono i problemi del mare, molti sono coloro che promettono di risolverli ma la Commissione Natura e Ambiente della Fondazione Elba è contraria ad un’AMP generica e calata dal’ alto, non coordinata e gestita a livello locale.

Una valida gestione della fascia costiera sommersa non può vedere disgiunti gli aspetti naturalistici da quelli socio-economici. Si tratta quindi di trovare le strategie di gestione ottimali che ottemperino le esigenze di sviluppo economico con il massimo di salvaguardia dell’ambiente naturale. Nel contesto delle finalità gestionali e di protezione della fascia costiera sommersa, gli studi di ecologia applicata costituiscono uno strumento fondamentale e possono essere distinti in:
1) studi di base in cui si cerca di definire lo stato presente di una comunità biologica, dell’ambiente di entrambi;
2) studi di impatto tesi a valutare se un impatto induce cambiamenti in una comunità biologica e a descrivere tali cambiamenti se si verificano;
3) studi di monitoraggio, che vengono condotti per valutare i cambiamenti dello stato attuale di un ecosistema. In questo caso gli studi devono essere disponibili per essere utilizzati come riferimento per rilevare possibili cambiamenti.

Tale classificazione può semplificare notevolmente la gestione, o, quanto meno, far adottare criteri gestionali mirati.

La Commissione NATURA e AMBIENTE della Fondazione Isola d’Elba con il progetto “UNA LENTE SUL MARE”, vuole mantenere vivi questi contenuti pratici al fine di realizzare altre aree di tutela biologica, mirate, attrezzate e fruibili sul tipo “Scoglietto”, da realizzare dopo un accurato monitoraggio ambientale.

L’analisi della situazione ambientale è necessaria per descrivere l’ambiente naturale e quindi individuare gli elementi di importanza scientifica ed ecologica indispensabili per informare la fase progettuale. A questo fine la Commissione Ambiente della Fondazione Elba ha raccolto tutti i dati scientifici disponibili a caratterizzare l’ambiente almeno nelle sue più semplici segmentazioni. Tutto questo è stato realizzato anche attraverso il valore informativo delle immagini, come scrittura fluida, come specchio dell’immagine.

È evidente che una attività importante da regolamentare nell’ l’istituzione delle AMP è la pesca ma questo non giustifica la blindatura dell’isola d’Elba. Per le ragioni sopra esposte è necessario, al contrario, creare delle aree biologicamente protette, luoghi circoscritti dove ogni tipo di pesca è vietato e dove è vietato anche il prelievo, l’asporto, il consumo di qualsiasi materiale e forme di vita. Un laboratorio protetto, altamente controllato, aperto però a tutte le forme di fruizione: dalla balneazione allo snorkeling, all’immersione subacquea in apnea e con il respiratore.

Questi paradisi marini sono realizzabili all’Elba, in accordo con tutti gli Enti e operatori locali, perché sono là, disponibili, di facilissima realizzazione. Garantiranno un ripopolamento della fauna e la stabilità della flora, immense nursery tanto belle a vedersi quanto utili alla vita del mare. E non solo all’ambiente marino ma anche al turismo; quanti subacquei saranno attirati dall’opportunità che offrirà l’Elba?

La cosa più sorprendente è che tutto questo non è teoria, non è la previsione fatta da uno scienziato o da una prestigiosa università, è una realtà già presente da più di 40 anni sulla nostra isola a costo zero: lo Scoglietto di Portoferraio (la riserva dimenticata). E’ l’esperienza, l’esperimento riuscito, l’esempio più clamoroso a portata di mano.

Nei prossimi giorni, dopo oltre 10 anni di lavori di monitoraggio su circa 60 miglia di costa sommersa dell’Isola d’ Elba, la Fondazione renderà pubblico il progetto “UNA LENTE SUL MARE” con i relativi risultati ed una proposta di zonizzazione, che potrà essere gestita dai comuni senza alcun costo.

Carlo Gasparri – Commissione Ambiente della Fondazione Isola d’Elba - Documentarista
Francesco Moretti - Biologo Marino