Giganti verdi
Per tracciare i lineamenti di una qualsiasi realtà ambientale nel suo complesso, è necessario porre in luce le modalità e la tipologia delle relazioni che si stabiliscono fra l’uomo e l’ambiente che lo ospita.
Dove l’ambiente è sede e supporto di attività umane si realizza inevitabilmente un rapporto fra cultura, che è patrimonio e qualità tipicamente umana, e l’ambiente circostante. Ogni cultura con il suo particolare tipo di produzione di beni e di servizi, con i bisogni materiali e gli imperativi morali della sua base sociale, da rilievo alle condizioni dell’ambiente vegetale. Partendo da queste considerazioni è piacevole scoprire qua e là alberi maestosi, veri e propri monumenti, da frutto o da arredo che torreggiano perfettamente inseriti nel paesaggio dell’isola d’Elba: alberi isolati o facenti parte di formazioni boschive che per età o dimensioni possono essere considerati rari esemplari di maestosità e longevità addirittura secolari, se non millenari, cresciuti insieme ad episodi storici legati alla vita degli uomini. Monumenti viventi che si collocano accanto a quelli creati dall’uomo, costituendone un patrimonio di inestimabile valore da tutelare; per tutta questa meraviglia, giunta fino a noi, dobbiamo ringraziare la natura e la cura da parte di uomini del passato. Oggi i “GIGANTI VERDI”, sono minacciati da un comune pericolo, che per la sua vastità non può essere paragonato a nessun altro finora affrontato. Questo pericolo è sorto dalla convergenza di vari fattori: la presenza di ungulati sul territorio con conseguente abbandono da parte dell’uomo, alberi soffocati da piante infestanti come l’edera ed altre dannose, e gli attacchi dei parassiti; questi ultimi non solo sono nocivi, ma ne mettono addirittura a repentaglio la sopravvivenza. Tale fenomeno è più evidente in determinate zone rispetto ad altre ma in realtà, esistono reciproche influenze su alcuni tipi di piante: cinipide galligeno, mal dell’inchiostro nel castagno, punteruolo rosso nelle palme, ecc… Lo stato attuale delle cose, non deve però significare rinuncia sia ad una doverosa oculatezza nella gestione, sia alla ricerca di sempre nuovi studi che vadano a conservare gli alberi ed il loro originario carattere.
Questo stato di allarme ha, per così dire, portato alla ribalta il problema ecologico non sereno e equilibrato, volto più al servizio di ideologie politiche, piuttosto che alle indagini dei fatti e delle connessioni nonché alla ricerca di possibili rimedi; in verità le leggi e le istituzioni per la tutela del paesaggio non mancano, occorre però che esse siano operanti con il fermo proposito di tradurle in realtà. E’ dunque auspicabile ogni iniziativa che tenda a porre un freno all’estendersi del degrado, frutto dell’abbandono.
Il progetto della commissione NATURA E AMBIENTE della “Fondazione Isola d’Elba Onlus” intende dare a questi grandi alberi una carta di identità, seguendo le linee guida della scheda per le proposte di inserimento nell’elenco regionale degli alberi monumentali (ai sensi L.R. 60/98).
Al di là dell’alone mitico, il monitoraggio tratterà di proposito un gran numero di alberi fra i più grandi e longevi, in modo da stabilire un insieme di cognizioni fondamentali per chi volesse approfondirne in seguito le conoscenze.
Ciascun albero sarà censito attraverso descrizioni, foto e filmati, schedato con il nome latino e italiano. Tuttavia, al nome scientifico aggiungiamo quello locale qualora fosse diverso rispetto a quello utilizzato in altre zone d’Italia. Il tutto allo scopo di fornire informazioni di base, indispensabili per comprendere i fenomeni e i processi naturali e non, che avvengono sul territorio dell’isola d’Elba.